Mutuo prima casa


Come affrontare un colloquio allo sportello bancario con le idee un po’ più chiare.

Il disorientamento iniziale è giustificato. L’acquisto di una casa non può che complicare i sonni di chi decide di compiere questo passo. Soprattutto se si tratta della prima abitazione. La prima valutazione da compiere riguarda la cifra da farsi prestare da banche e finanziarie.

Mutuo a tasso fisso o tasso variabile?

Da un punto di vista statistico, la maggior parte degli acquirenti richiede (e ottiene) importi che non superano l’80% del valore dell’immobile. Ma soprattutto fra le giovani coppie e i single con meno di 35 anni di età, sono in aumento le soluzioni di accesso al credito agevolato pari al 100% della spesa da sostenere.

In quest’ultimo caso viene richiesta la sottoscrizione di una polizza assicurativa accessoria destinata a gonfiare l’importo della rata mensile. Di conseguenza, anche i tempi di estinzione del mutuo si allungano e il piano di ammortamento si spinge fino ai 40 anni. Convenienza, durata e stabilità sono gli indicatori da non perdere di vista, senza dimenticare che anche un mutuo al 100% è disponibile sia a tasso fisso che variabile.

E qui entra in gioco la seconda importante distinzione. Nel primo caso, il tasso di interesse, fissato sulla base di parametri stabiliti sui mercati monetari e finanziari, viene concordato al momento della stipula del contratto e fino all’estinzione del mutuo prima casa (a meno di una eventuale rinegoziazione) non varia neanche di mezzo punto percentuale. Il mutuatario, in questo modo, sa esattamente quanto spenderà mensilmente per fare sua la casa senza sorprese dietro l’angolo, siano esse negative o positive. Non potrà infatti beneficiare di eventuali condizioni favorevoli ovvero di possibili riduzioni dei tassi negli anni successivi.

Agevolazioni per la prima casa

L’acquisto della prima casa è soggetto ad alcune agevolazioni. Le principali fanno riferimento all’aliquota ridotta dell’imposta di registro (o in alternativa dell’Iva) e al valore fisso delle imposte ipotecarie e catastali. Le condizioni per beneficiarne sono due, oltre alla mancata intestazione di altre case: non si deve trattare di un’abitazione classificata come “di lusso” e deve essere individuata nel comune di residenza (da cambiare, eventualmente, entro 18 mesi).

Se il venditore è un privato non soggetto a Iva, l’imposta di registro ammonta al 3% (anziché al 7%) del valore dichiarato mentre le imposte ipotecarie e catastali hanno un costo di 168 euro ciascuna. Nel caso di acquisto da imprese cambia il solo valore dell’Iva: 4% (3% nel caso di ultimazione dei lavori oltre i 4 anni) invece che del 10%.